Vsevolod Dvorkin
Nato a Mosca nel 1972, frequenta la Scuola Musicale Speciale “Gnessins” e poi il Conservatorio “Ciaikovsky”, dove studia con Vera Gornostaeva e Natalia Troull, diplomandosi brillantemente nel 1995.
Si perfeziona in seguito con Karl-Heinz Kämmerling e Sergio Perticaroli.
Grazie ad una borsa di studio offerta da Maurizio Pollini e Francesco Micheli, può proseguire gli studi in Italia, dove si diploma prima presso l’accademia “Incontri col Maestro” di Imola sotto la guida di Lazar Berman e poi al Conservatorio “Verdi” di Milano, con Vincenzo Balzani.
A partire dal 1993 si distingue in numerosi concorsi internazionali: Premio “Dino Ciani” (Milano 1993 e 1996), “Klara Schumann Wettbewerb” (Düsseldorf 1994), “Robert Schumann Wettbewerb” (Zwickau 2000), Concorso Pianistico Internazionale “Busoni” (Bolzano 1999).
Il 1996 è un anno particolarmente ricco di riconoscimenti italiani: Dvorkin riceve il primo premio al Concorso Internazionale Città di Pavia ed al “Viotti” di Varallo; il secondo premio ai concorsi Città di Cantù (nella sezione dedicata al concerto romantico per pianoforte e orchestra) e “Benedetti Michelangeli” di Desenzano sul Garda.
Nel 1999 si classifica terzo al Gran Prize Ecomusic di Monopoli e l’anno seguente è primo nella sezione di musica da camera del Concorso “Feroci” di San Giovanni Valdarno.
Si è esibito in Germania, Russia, Corea del Sud, Giappone, Ungheria, Messico, Cipro, Egitto, Austria, Francia, Spagna, Svizzera e Italia, suonando come solista con numerose orchestre, fra cui la Sinfonica di Mosca, la Filarmonica di Udine, la Stabile di Bergamo, l’Orchestre d’Auvergne, l’Orquesta Filarmonica de la UNAM (Messico), sotto la direzione di maestri quali Zollman, Nanut, Ziva, Fagen.
Ha all’attivo collaborazioni con numerosi strumentisti, fra cui Natalia Anikeeva, Cristiano Rossi, Shuku Iwasaki, Gabriele Gallotta, Pavel Berman e con formazioni da camera quali il Quintetto Gaudeamus ed i Quartetti Nuove Vie, Mozart, Rimsky-Korsakov.
Lavora inoltre con l’attrice Sonia Bergamasco negli ambiti del melologo e del teatro da camera. Ha partecipato a prestigiosi festival, fra cui Pianoforum (Kazan’-Russia), Eurofestival (Camerino), Rencontre Internationale des Jeunes Pianistes (Parigi), Okinawa International Music Festival (Giappone), Autunno Musicale (Como).
Nel dicembre 1998 ha debuttato come solista alla Sala Verdi di Milano per la Società dei Concerti; l’anno successivo è stato ospite della prestigiosa serie Music in Style alla Kioi Hall di Tokyo.
Il 2 giugno 2001 il suo concerto nella sala Nezahualcoyotl di Città del Messico è stato trasmesso in tutto il territorio nazionale messicano.
Nel 2002 ha inciso il Quartetto op. 47 di Schumann per la Stradivarius e nel 2004 il cd “recitarsuonando” con Sonia Bergamasco per la “Raitrade”
Docente di pianoforte presso l’accademia Europea di Musica di Erba è spesso invitato a far parte della giuria di concorsi internazionali. Ha tenuto masterclass in Italia, Giappone e Corea.
Hanno scritto di lui…
“… un pianismo fatto di leggerezza e di potenza, di capacità visionaria e di struggente candore poetico”
(Mario Tesio, La Provincia Pavese, 15.05.1996)
“Dvorkin è riuscito a trasmettere calore e vibrante passione…le sue capacità musicali sono sublimi, vastissima la sua tavolozza timbrica…sovrano il dominio dei mezzi, intensa la profondità musicale…”
(Regine Muller, Rheinische Post 20-04-1996)
“ Nella Polacca Fantasia op.61 di F. Chopin Dvorkin si è mostrato poeta al pianoforte…
(Erna Henke, Osnabrücker Zeitung 22-04-1996)
“la meraviglia si è fatta perfetta: riuscire a presentare un pezzo conosciuto…come se fosse una novità… Dvorkin ha dimostrato un grado di maturità che si presume esistente solo in pianisti più anziani”
(Rheinische Post, 15.09.1998)
“… un bagaglio tecnico da gran concertista: potenza, agilità, disinvoltura… un pianista col gusto dell’avventura tecnica più infuocata”
(L’Eco di Bergamo, 10.02.1999)
“Un lucidissimo interprete… convincente in tutti i registri dinamici… ha sottolineato ogni dettaglio di fraseggio e di espressione, riconducendo le sottili attenzioni di lettura ad una idea perfettamente organica dell’interpretazione”
(Tamara Pertusini, Il Corriere di Como, 07.06.2000)
“…possiede, oltre ad una eccezionale padronanza della tastiera, una bella intelligenza musicale che gli consente di mantenere costantemente ogni particolare, ogni sfumatura sotto controllo. Da qui scaturisce quel senso di naturalezza, di verità … mirato non alla realizzazione di un’impresa narcisistica, bensì a far conoscere, a far capire, attraverso la sua mediazione, la bellezza della pagina interpretata”
(Maria Terraneo Fonticoli, La Provincia di Como, 07.06.2000)
“La grande scuola pianistica russa si rispecchia in lui e si può definire, senza paura di esagerare, uno degli eredi dei grandi interpreti come Sviatoslav Richter, Vladimir Horowitz”
(Il Verbano, 03.02.2001)